In questa pagina racconto i miei pensieri ma soprattutto quello che ascolto. Vi sarà capitato di sedere in una qualsiasi sala d'aspetto e conversare con la vicina di destra, dopo poco si aggiunge la vicina di sinistra. In questo breve lasso di tempo si scoprono tante cose sulla vita delle persone. Una volta, mentre ero seduta sulla panchina in un grande giardino, si è avvicinata una signora ed una parola tira l'altra mi ha raccontato parte dei suoi dispiaceri. Quando ci siamo salutate, mi ha ringraziato per averla ascoltata, le aveva fatto un gran bene sfogarsi.
Raccontare è il primo passo per condividere con altri le proprie emozioni. |
° Post Buonalettura° Forum Buonalettura° Perle di Letteratura |
Una giornata come tutte le altre?!
Ieri mi sono recata a fare un’indagine medica presso un ospedale situato lontano dal mio domicilio.
Vi racconto tutto quello che mi è capitato.
Per cominciare bene la giornata c’era sciopero dei mezzi pubblici dalle 8,30 fino alle 17,00.
Il mio appuntamento era alle ore 10.00, pertanto ho pensato, per essere sicura di arrivare in tempo, di muovermi da casa alle ore 6.00, in modo che all’inizio dello sciopero fossi già in ospedale, per il ritorno in qualche maniera avrei fatto.
C’era da prendere un numero per l’accettazione ed ero il numero tre.
Cominciano a chiamare ed alle ore 8.00 sono invitata a fare l’indagine.
La dottoressa mi fa accomodare davanti ad un macchinario, comincia a digitare i dati necessari e sta per iniziare l’indagine.
Non so chi mi abbia illuminato nel precisarle che non avevo mai fatto questa prova, indicando il nome dell’indagine, al che la dottoressa mi riferisce che l’indagine da fare è un’altra.
Strano, ribatto io, ho prenotato per questo tipo d’indagine, insomma per farla breve non aveva letto bene l’impegnativa dell’USL e stava eseguendo un altro esame.
Cambiamo macchinario e procediamo, alle ore 8.30 avevo finito.
Mi sono chiesta a cosa servisse l'appuntamento?? Mi era andata bene, anche se dovevo sostenere altri due esami a pagamento ma il dottore si era preso un giorno di permesso, per cui sarei dovuta tornare.
Nel frattempo era cominciato lo sciopero dei mezzi, pertanto passavano a rilento ma anche lì fortuna ha voluto che dopo una breve attesa sia riuscita a prendere il primo mezzo per avvicinarmi a casa. Anzi sono tanto fortunata da riuscire a mettermi seduta, cosa non da poco, perché su quel mezzo dovevo starci parecchio tempo.
Comincio a rilassarmi un pochino, quando dal fondo dell’autobus si leva una voce ululante di timbro elevato che comincia a blaterare di una riunione che si terrà sabato a Piazza Venezia, dove saremmo guariti da tutti i nostri mali.
Incuriosita, mi volto e vedo un giovane straniero di colore nero, vestito pulitamente, ha una caratteristica: tre segni incisi nella pelle del viso sia a destra sia a sinistra, come da rito tribale, non cicatrici ma proprio tre solchi fatti di proposito e simmetrici.
L’ululo dura buoni venti minuti, rimbombando tra le strette pareti dell’autobus, rimbambendoci a dismisura e dulcis in fundo......la signora seduta vicino a me, anche lei straniera, è interessata e fa avvicinare il giovane, il quale si pone a cinque centimetri dal mio orecchio sinistro continuando a ululare sempre più forte, mettendo a repentaglio il mio timpano. Dopo altri dieci minuti il giovane smette di colpo e non fiata più. Sembra abbia finito la carica.
Arrivo al capolinea, dopo una buona attesa, passa l’altro autobus che mi avvicinerà a casa.
E qui un’altra comica.
Sono davanti alla porta di uscita due signori piuttosto anziani, estranei fra loro. Uno più avanti con gli anni si appoggia faticosamente a un bastone, l’altro più ben messo.
Individuiamoli in questa maniera.
Il più ben messo chiede all’altro se deve scendere, ho pensato che volesse aiutarlo, l’altro irritatissimo risponde: “ sì, pensi a scendere prima lei e non si impicci dei fatti degli altri”.
Va a fare del bene?!
L’ultimo tratto di strada me lo sono fatto a “ pedagna”, chissà cosa altro mi sarò persa?
SCHEGGE DI RICORDI
Oggi mi sono ricordata di quando si usava fare ai propri figli un primo piano fotografico da mettere in bella mostra in cornice d'argento nella sala da pranzo.
A Roma c'era uno studio fotografico famoso, studio Luxardo. Così un bel giorno mamma mi ha portato per farmi fare la foto che ha conservato gelosamente.
Avete avuto anche voi la stessa esperienza ??
.............................
Conservo da tantissimi anni un gruppo di campanelle, quando si sente il suono delle campanelle significa che è arrivato Babbo Natale con i suoi doni e comincia la corsa per aprire i regali.
Con un marchingegno a base di fili nascosti le campanelle suonavano a dismisura per la gioia e lo stupore dei bimbi sempre attenti a scoprire chi le suonasse.
......................................
Nella fioritura dei ricordi emerge questo della mia mamma, sapete come sono le mamme !?!?
La mia, ogni anno a Natale, al momento dei regali, ricordava questo.......
Intorno ai tre anni ricevetti la mia prima vera bambola, alta intorno ai quaranta centimetri, aveva le guanciotte rosate, occhi azzurri ed una bella chioma nera artificiosamente raccolta in una splendida acconciatura.
Un vestitino rosa con qualche lustrino arrivava a coprirle le fossette delle ginocchia, sotto uscivano delle belle gambotte cicciottelle (le bambole allora non erano anoressiche come Barbie), aveva calzini bianchi e scarpette di plastica bianche.
Al vederla esclamai: Mamma ! Che bella!
Quando penso a questo, risento la voce di mia madre, che racconta l’aneddoto con gli occhi sempre un po’ lucidi.
.....................................
Un ospite gradito.
Il passerotto aveva trovato rifugio, durante l'inverno, in un angolo riparato del mio balcone, tra il soffitto del balcone sovrastante e l'asta dove si arrotola la tenda da sole. Tutte le sere attendevo che facesse buio e poi con la torcia controllavo che fosse al suo posto. Riuscivo a vedere il capino nascosto tra le piume color avorio del petto. E' venuto per due anni, poi non l'ho più visto, spero si sia trovato una compagna con la quale dividere il nido durante la stagione invernale e svolazzare felice nella stagione estiva.
........................................
Questa frase di Zolla
"Zolla trasmette l’amore che il meraviglioso quadro della natura gli suscita, magnifica illusione da godere in se stessa proprio come un qualsiasi altro piccolo o grande oggetto, gesto, sogno o pensiero".
mi ha fatto pensare a......
Un giorno mi sono trovata in una valle bellissima, coperta di fiori con tutti i colori dell'arcobaleno, un quadro meraviglioso.La settimana successiva ci sono tornata, era totalmente cambiata, eppure con gli occhi chiusi potevo rivederla, un'illusione magnifica della quale godo ancora.
Il Lago dei cigni
Sono ritornata al teatro dell’opera, l’altro anno ero andata a vedere un’opera lirica, quest’anno ad assistere al balletto “ Il Lago dei Cigni “.
Non sono un’intenditrice di opere liriche né di balletti, ma questo tipo di spettacolo mi arricchisce culturalmente dando vita a delle emozioni fortissime.
All’inizio il teatro è pervaso dal cicaleccio degli spettatori che attendono l’inizio della rappresentazione, poi all'improvviso le luci si abbassano ed un silenzio “ religioso” pervade il teatro, il cuore rallenta i battiti come a prepararsi all’emozione successiva, le grandi tende rosse si aprono ed il cuore prende a galoppare al ritmo di mille sentimenti che ti scavano l’anima, la musica ti avvolge e ti senti amica, sorella dell’artista che balla, sei anche tu su quel palco e tocchi con mano l’arte pura, quella fatta di mille sacrifici, di mille prove estenuanti.
E' TUTTO UNO SCHERZO!!!!!!!!
Un amico, alle prese con problemi informatici, scherzando mi informa che vorrebbe gettarsi da qualche alta cima.
Sempre scherzando gli invio questa e-mail.
Ciao amico , sono qui a chiederti un favore.
Vista la tua determinazione a gettarti dalla guglia più alta del Duomo, cortesemente ti sollecito a portarti appresso il notebook, così da potermi inviare tramite e-mail le tue sensazioni durante il volo, inoltre, onde evitare che la tua amica Giovanna stia in pensiero per la tua sorte, inviarmi prontamente una e-mail al momento dell'atterraggio.
Un amico, alle prese con problemi informatici, scherzando mi informa che vorrebbe gettarsi da qualche alta cima.
Sempre scherzando gli invio questa e-mail.
Ciao amico , sono qui a chiederti un favore.
Vista la tua determinazione a gettarti dalla guglia più alta del Duomo, cortesemente ti sollecito a portarti appresso il notebook, così da potermi inviare tramite e-mail le tue sensazioni durante il volo, inoltre, onde evitare che la tua amica Giovanna stia in pensiero per la tua sorte, inviarmi prontamente una e-mail al momento dell'atterraggio.
Sotto il sottopassaggio
Ero passata,verso le dieci di una bellissima mattinata di ottobre, in quel sottopassaggio oscuro e triste, lungo una decina di metri, pulito ma pieno di correnti, sulla destra, appoggiati alla parete, due scatoloni di cartone e poco più in là una bancarella con sopra una ventina di libri di vario genere ben ordinati, vicino su una sedia, una persona di una certa età, barba curata, vestita pulitamente e correttamente con abiti decisamente consumati.
Sono ripassata a distanza di tre mesi alle sette di una gelida mattinata di gennaio, gli scatoloni erano aumentati e non c’era la bancarella, un uomo di spalle, che non sono riuscita a ravvisare nell’uomo osservato la volta precedente, era vicino agli scatoloni.
Intorno alle dieci, ho fatto lo stesso percorso, questa volta la bancarella con i libri era posizionata, i libri sistemati con un certo gusto, come ad attirare l’attenzione del passante.
Lì vicino, un tavolino di legno pieghevole, una sedia dove era seduto il signore che avevo notato tre mesi prima, sempre pulitamente vestito e ordinato, con la barba più lunga; gli abiti sempre consumati, consistevano in un paio di calzoni di velluto ed un corto giubbotto invernale.
L'uomo, per passare il tempo faceva un solitario, non aveva i guanti e vi assicuro che là sotto si gelava per il freddo.
Quel signore è per me il simbolo di una miseria dignitosa, il tunnel oscuro, triste e freddo, la speranza di riuscire a superare i momenti bui camminando verso la luce che riusciva ad insinuarsi ai lati per illuminare qualche metro del tetro sottopassaggio.
20 luglio 2015
Dopo quasi due anni sono passata di nuovo nel sottopassaggio, questa volta alle 14 di un luglio caldissimo (dicono che sia il più caldo degli ultimi 30 anni), il venditore di libri è ancora lì, seduto sempre davanti al suo solito tavolino.
I libri sono pochi e questa volta sono posati su un basso materasso appoggiato su una brandina da campeggio.
Devo trovare la prossima volta che passo di lì, il coraggio di fermarmi. Voglio conoscere questa persona.
Ero passata,verso le dieci di una bellissima mattinata di ottobre, in quel sottopassaggio oscuro e triste, lungo una decina di metri, pulito ma pieno di correnti, sulla destra, appoggiati alla parete, due scatoloni di cartone e poco più in là una bancarella con sopra una ventina di libri di vario genere ben ordinati, vicino su una sedia, una persona di una certa età, barba curata, vestita pulitamente e correttamente con abiti decisamente consumati.
Sono ripassata a distanza di tre mesi alle sette di una gelida mattinata di gennaio, gli scatoloni erano aumentati e non c’era la bancarella, un uomo di spalle, che non sono riuscita a ravvisare nell’uomo osservato la volta precedente, era vicino agli scatoloni.
Intorno alle dieci, ho fatto lo stesso percorso, questa volta la bancarella con i libri era posizionata, i libri sistemati con un certo gusto, come ad attirare l’attenzione del passante.
Lì vicino, un tavolino di legno pieghevole, una sedia dove era seduto il signore che avevo notato tre mesi prima, sempre pulitamente vestito e ordinato, con la barba più lunga; gli abiti sempre consumati, consistevano in un paio di calzoni di velluto ed un corto giubbotto invernale.
L'uomo, per passare il tempo faceva un solitario, non aveva i guanti e vi assicuro che là sotto si gelava per il freddo.
Quel signore è per me il simbolo di una miseria dignitosa, il tunnel oscuro, triste e freddo, la speranza di riuscire a superare i momenti bui camminando verso la luce che riusciva ad insinuarsi ai lati per illuminare qualche metro del tetro sottopassaggio.
20 luglio 2015
Dopo quasi due anni sono passata di nuovo nel sottopassaggio, questa volta alle 14 di un luglio caldissimo (dicono che sia il più caldo degli ultimi 30 anni), il venditore di libri è ancora lì, seduto sempre davanti al suo solito tavolino.
I libri sono pochi e questa volta sono posati su un basso materasso appoggiato su una brandina da campeggio.
Devo trovare la prossima volta che passo di lì, il coraggio di fermarmi. Voglio conoscere questa persona.
Sabato 4 febbraio 2012
B U O N G I O R N O
Un buongiorno tutto bianco !!!! Per chi ci è abituato sarà banale, ma oggi le foto della Caput Mundi faranno proprio il giro del mondo.
Come i bambini, sono sgusciata fuori dal calduccio del letto per andare a curiosare, non me ne aspettavo così tanta, è molta di più dell'altra nevicata storica che fece una ventina di anni fa.
Quanti ricordi e quante risate, tutti piccoli ed adulti a scivolare con i cartoni sulla neve ghiacciata, fu un evento sociale, si rinnovarono le conoscenze con persone con le quali da anni non ci si incontrava.
Di fronte al balcone della mia cucina, c'è un lucernaio che rimane sempre illuminato, nel buio della notte mi saluta, oggi la sua luce splendeva più del solito quasi ammiccante, circondata dai fiocchi di neve che creavano una fantasmagoria di colori.
Un buongiorno tutto bianco !!!! Per chi ci è abituato sarà banale, ma oggi le foto della Caput Mundi faranno proprio il giro del mondo.
Come i bambini, sono sgusciata fuori dal calduccio del letto per andare a curiosare, non me ne aspettavo così tanta, è molta di più dell'altra nevicata storica che fece una ventina di anni fa.
Quanti ricordi e quante risate, tutti piccoli ed adulti a scivolare con i cartoni sulla neve ghiacciata, fu un evento sociale, si rinnovarono le conoscenze con persone con le quali da anni non ci si incontrava.
Di fronte al balcone della mia cucina, c'è un lucernaio che rimane sempre illuminato, nel buio della notte mi saluta, oggi la sua luce splendeva più del solito quasi ammiccante, circondata dai fiocchi di neve che creavano una fantasmagoria di colori.
Mercoledì 22 febbraio 2012
PREPARARE IL PANE IN CASA
Che gioia si prova nel preparare il pane in casa, osservare il lievito che rivive con il calore delle mani e gonfia l'impasto.
La casa si satura di un dolce e fragrante profumo che placa l’anima, viene voglia di offrire un pezzetto di pane ad ogni essere vivente per condividere la pace fiorita nell'intimo.
Realizzare uno torta trasmette una percezione diversa, richiede concentrazione. La torta ha un aroma intenso, più sostenuto. La torta sazia la gola, il pane sazia lo spirito.
21 marzo 2012
Quest'anno mi sono presa una brutta forma influenzale, che nonostante le cure mi ha lasciato una forte tosse.
Come ben saprete, appena ti metti a letto, speranzosa di farti un sonno ristoratore, dopo una sfibrante giornata all'insegna di ululati degni di un lupo che ti squassano il petto e la testa, la tosse peggiora al massimo grado.
Unica soluzione alzarsi e stare seduta un po' più diritta. Approntata una sedia sdraio mi posiziono in cucina davanti alla tv , in modo da far riposare il resto della famiglia, spodestando il regno di gattone che di notte dorme rigorosamente nella sua cuccia situata in cucina.
La bestiola cerca anche di venirmi in braccio per farmi compagnia, perché gattone è molto affettuoso, ma desiste causa i colpi di tosse che lo fanno sobbalzare continuamente, ritirandosi di nuovo nel suo cesto a sonnecchiare.
Gattone indisturbato, la notte dorme profondamente e la mattina allegramente gironzola curiosando per casa.
La mattina successiva alla nottata passata insieme, gattone era di umore instabile, ora si metteva su una sedia, ora piagnucolava, poi alle nove se n'è andato nella sua cuccia, si è messo una zampa davanti gli occhi e non si è più mosso fino alle 17. Ha recuperato il sonno perduto.
La notte successiva ho preferito disturbare la famiglia!!!!
Quest'anno mi sono presa una brutta forma influenzale, che nonostante le cure mi ha lasciato una forte tosse.
Come ben saprete, appena ti metti a letto, speranzosa di farti un sonno ristoratore, dopo una sfibrante giornata all'insegna di ululati degni di un lupo che ti squassano il petto e la testa, la tosse peggiora al massimo grado.
Unica soluzione alzarsi e stare seduta un po' più diritta. Approntata una sedia sdraio mi posiziono in cucina davanti alla tv , in modo da far riposare il resto della famiglia, spodestando il regno di gattone che di notte dorme rigorosamente nella sua cuccia situata in cucina.
La bestiola cerca anche di venirmi in braccio per farmi compagnia, perché gattone è molto affettuoso, ma desiste causa i colpi di tosse che lo fanno sobbalzare continuamente, ritirandosi di nuovo nel suo cesto a sonnecchiare.
Gattone indisturbato, la notte dorme profondamente e la mattina allegramente gironzola curiosando per casa.
La mattina successiva alla nottata passata insieme, gattone era di umore instabile, ora si metteva su una sedia, ora piagnucolava, poi alle nove se n'è andato nella sua cuccia, si è messo una zampa davanti gli occhi e non si è più mosso fino alle 17. Ha recuperato il sonno perduto.
La notte successiva ho preferito disturbare la famiglia!!!!